Isole Orcadi: confine del mondo a portata di mano

isole orcadi

Dove si incrociano l’Oceano Atlantico e il Mare del Nord c’è un arcipelago che sfida le forti correnti e i venti impetuosi: le isole Orcadi.

A nord del Scozia si ergono 70 piccole isole che ho avuto modo di visitare lo scorso agosto (in rosso sulla mappa).

mappa scozia

Guardando la mappa come arrivare nelle isole Orcadi non sembra così semplice ma invece ci sono moltissime possibilità: sicuramente la via più scenica è quella via mare con traghetti che partono da John O’Groats (40min) o da Aberdeen (6 ore). Io invece ho scelto di volare direttamente da Edimburgo (50min) con la Loganair, una compagnia locale scozzese, usando un bel turboelica che vibrava per tutto il viaggio. La capitale delle isole, Kirkwall, è comunque raggiungibile sempre via aereo dalle maggiori città della Scozia.

Molti, quando pensano alla Scozia, pensano solo ed unicamente alle Highlands (da me visitate lo scorso anno, qui se volete il racconto).

La Scozia è tanto altro! Ad esempio le Orcadi sono perfette per passare 4/5 giorni (non come fanno i turisti italiani con una toccata e fuga di 1 giorno).

Ma perché visitarle? Vabbè ovvio che la cosa più bella, almeno per me, sono le incredibili scogliere che si possono incontrare. Ma poi? Potrei dirvi che sono Patrimonio UNESCO per gli oltre 150 siti archeologici con interi villaggi nati ancora prima degli Antichi Egizi; potrei dirvi che sono un’area faunistica incredibile soprattutto per gli amanti del bird watching, potrei ancora dirvi che se siete amanti del diving è una delle mete più incredibili del mondo con un mare confrontabile a quello dei Caraibi; potrei infine farvi sognare dicendovi che è uno dei posti migliori del Regno Unito per vedere l’aurora boreale.

Che dite? Un po’ vi ho convinto?

Ancora no? Vabbè dai allora scendiamo nei (molti) dettagli… vi racconto il mio viaggio che dite? Spero di non annoiarvi, visto che come al solito la tirerò per le lunghe, ma se fosse così chiudete pure la pagina oppure guardate solo le foto come i bambini.

Partiamo con il mio viaggio in aereo che è stato una tragedia. Sono partito con 38 di febbre e mille placche in gola quindi immaginate uno zombie in maglione (in pieno agosto!!!) con poche forze, una valigia da 20 kg, uno zaino da 10 e la valigetta del drone. Facevo mille smorfie dovute all’aria condizionata. Partito verso mezzogiorno, dopo aver cambiato a Edimburgo, sono arrivato a Kirkwall poco prima del tramonto a bordo di un bimotore.

areoporto isole orcadi loganair

Appena sceso dall’aeroplano il dolore alla gola è incredibilmente diminuito: l’aria pura che respiravo era un toccasana. In macchina, il paesaggio sinuoso e dorato dagli ultimi raggi del sole si susseguiva e in 10 minuti sono arrivato in paese.

Qui per i primi 2 giorni ho alloggiato presso il The Shore, un hotel che si affaccia nel piccolo porto della capitale dell’arcipelago delle Isole Orcadi. Vi consiglio la camera 6 che a mio parere è la più bella dell’hotel perché si affaccia direttamente nella baia oltre ad essere la matrimoniale più grande della struttura. Ovviamente come ogni hotel inglese che si rispetti c’è la moquette ovunque (che a noi italiani fa un po’ anni 70) ma i bagni sono moderni, il wifi è veloce (più di tante zone qui in Italia) e lo staff davvero di una gentilezza quasi disarmante. Costo circa £ 95 a notte

The Shorre Kirkwall Orkney Islands

Prima di cenare ho fatto un rapido giro a piedi lungo il porto mentre le ultime luci del giorno si spegnevano.

Pescherecci e piccole barche si alternavano mentre camminavo lungo il molo accompagnato dal rumore delle onde e dai gabbiani. Infine sono giunto al piccolo ufficio della Royal National Life-Boat Institution, un gruppo nazionale inglese di volontari che dalla sua istituzione ha salvato oltre 100.000 vittime del mare, davvero impressionante!

proverbi marinai isole orcadi

Museo wireless isole orcadi

Porto Kirkwall Isole orcadi

kirkwall porto

La cena l’ho fatta da Helgi’s, un pub che si ispira al passato vichingo dell’arcipelago. Purtroppo sono riuscito a mangiare solamente l’hamburger (buonissimo!) che avevo ordinato perché per colpa delle placche non riuscivo a ingurgitare le patate fritte, troppo salate e bollenti.

Prima di continuare, se mai veniste in Scozia, vi ricordo che le cucine dei locali prevalentemente chiudono alle 8, alcune addirittura alle 7 quindi state molto attenti all’orologio.

helgi's kirkwall

Ma passiamo al punto forte che ho trovato un po’ ovunque (quindi passiamo anche al giorno dopo): la colazione scozzese… il mio sogno. Finalmente avrei mangiato nuovamente gli haggis.

Spero sappiate cosa siano e se non lo sapete ecco a voi delle ripetizioni: gli haggis sono il piatto forte della colazione scozzese. Appena vi dirò di cosa sono fatti vi si girerà lo stomaco ma appena li mettere (spero in un vostro futuro) in bocca godrete. È un insaccato che viene riempito con cuore, polmone e fegato di pecora, macinati insieme a cipolla, rognone, farina d’avena, sale e spezie. Disgustoso detto così vero? Però buonissimo!

Colazione scozzese
Ogni mattina una difficile scelta

Preso solo treppiede e macchina mi sono incamminato di prima mattina nel centro di Kirkwall fatto di stradine con case più o meno moderne. Dal porto, avvicinandosi pian piano verso la piazza centrale, le case si fanno di pietra e si nota l’austerità delle stesse. Al centro della piazza principale si erge la Cattedrale di Saint Magnus con il classico ed affascinante cimitero attorno ad essa. All’interno vengo catapultato nel Medioevo con colonne spesse, una oscurità mistica, le vetrate con piene di colori e i gonfaloni delle casate.

Kirkwall

saint magnus cathedral kirkwall

saint magnus cathedral kirkwall

Essendo appena le 10 di mattina ho preso l’auto e, conoscendo le mie condizioni fisiche, ho deciso di andare verso sud-est fino all’isola South Ronaldsay passando prima per le piccole isole di Lamb Holm, Glims Holm, e Burray. Beh ora penserete che ci sarà un ponte oppure che ho usato un traghetto per fare questo giro…e invece no… c’è un’altra storia, italiana e triste…

Dovete sapere che durante la II Guerra Mondiale le Isole Orcadi erano un punto strategico davvero importante per l’impero britannico. Nella baia di Scapa Flow si trovavano diverse navi da guerra, nel 1939 un U-Boot tedesco riuscì a infiltrarsi e affondare la HMS Royal Oak (ad oggi giace su un fondale di 30 metri capovolta ed è considerata Tomba di guerra). La marina decise quindi inizialmente di affondare diverse navi per creare una sorta di labirinto (oggi un paradiso per i sub). Successivamente, nel 1942, prese 1.300 prigionieri di guerra italiani per creare le cosiddette Churchill Barrier. Queste erano uno sbarramento vero e proprio tra le isole fatte da 66.000 pezzi cubici di cemento armato e lungo in totale 2,5km.

Chrchill Barrier

Chrchill Barrier

Chrchill Barrier

Nell’isola di Lamb Holm c’era uno dei 3 campi di prigionia, qui gli italiani costruirono, utilizzando delle baracche di tipo Nissen, una piccola cappella conosciuta oggi come Italian Chapel. Ogni anno migliaia di visitatori vengono a visitarla. Costo: £ 3

Chrchill Barrier italian chapel

Chrchill Barrier italian chapel

Da qui poi ho proseguito fino all’estremo sud dell’isola di South Ronaldsay per raggiungere un piccolo parcheggio di una farm. Questa, negli ultimi decenni, è stata trasformata dalla famiglia che ci vive nel centro visitatori della Tomb of The Eagles. Come detto all’inizio di questo articolo le Isole Orcadi sono un ricettacolo di opere risalenti a migliaia di anni fa, la Tomb of the Eagles è una tra le più importanti.

Nel 1976 il contadino Ronald Simison stava costruendo un muro a secco quando trovò questa camera risalente a oltre 5.000 anni fa. Al suo interno furono scoperte 16.000 ossa umane e 725 di aquile di mare.

Qui il modo di vivere la cultura è completamente differente rispetto a tutto il resto d’Europa: anche se sono manufatti e resti risalenti praticamente al primo Homo Sapiens mi hanno permesso di toccare ossa e utensili dell’epoca, ma ve lo immaginate in un museo qualsiasi in Italia?!

tomb of the eagles

Uscito dal centro informazioni mi sono diretto verso la tomba vera e propria. Lungo il percorso (una mulattiera tra i campi) ho raggiunto un piccolo insediamento dell’era del bronzo a cui al suo fianco c’è una vecchia ambulanza tedesca della II Guerra Mondiale usata nel Sahara. Finiti i campi ho continuato lungo un sentiero che segue delle scogliere a picco sul mare, un’emozione incredibile. Ad un certo punto un tumulo mi appare davanti, ci giro attorno e vedo un cunicolo. Sono arrivato! Pensate che non c’è nessuno, il posto è distante almeno 2km dalla civiltà. Mi avvicino al cunicolo, c’è un carrellino, mi ci stendo sopra e tramite una corda mi spingo per 3 metri.

tomb of the eagles

tomb of the eagles

tomb of the eagles

Tomb of the Eagles

Sono dentro! Gli spazi all’interno sono angusti e bisogna ancora distendersi per entrare nelle varie camere (in cui ci sono ancora degli scheletri) ma è comunque stata una esperienza particolare che difficilmente qualcuno fa nella sua vita. Costo: £ 6,50

tomb of the eagles

tomb of the eagles
Sorry per la qualità ma fatta con il cellulare in penombra

Per tornare all’auto ho fatto una piccola deviazione attraverso una zona di nidificazione sperando di vedere i puffin, simbolo delle Isole Orcadi, ma invano. Non sono però rimasto deluso dalla bellezza della costa, dal vedere le foche a caccia e miriadi di altri pennuti nei loro nidi.

scogliere isole orcadi

scogliere isole orcadi

scogliere isole orcadi

Alla sera, sempre a Kirkwall, ho mangiato all’Ayre Hotel, un hamburger. Il piatto era leggermente più abbondante del pub del giorno prima però la qualità era più bassa e il locale poco confortevole.

kirkwall ayre hotel

Il mattino del secondo giorno è stato all’insegna della pioggia e della storia. A 15 minuti da Kirkwall si trovano le Standing Stones of Stanness, un gruppo di pietre megalitiche risalenti al Neolitico.  Originariamente erano 12 e alte 5 metri. Oggi sono 5 e variano da pochi decimetri a qualche metro, consumate dal tempo e dagli interventi passati dell’uomo. Gratis

standing stones of stenness orcadi

standing stones of stenness orcadi

standing stones of stenness orcadi

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Passato il vicino ponte si arriva a un villaggio del 3.000 a.C , il Ness of Brogdar che l’ente di promozione turistica mi ha sconsigliato di andare, cosa che ho seguito alla lettera.

A meno di un kilometro nell’istmo tra i due laghi c’è il Ring of Brogdar, un sito archeologico simile a Stonenhenge. Un luogo mistico che trasuda mistero. Pensate a un cerchio largo 104 metri con 27 pietre altissime (originariamente erano 60) adagiato su un piccolo colle. Attorno a me il silenzio (e una leggera pioggia). Incuteva quasi un certo timore.

Ring of Brogdar orcadi

Ring of Brogdar

Appena arrivato alla macchina ha iniziato a piovere. Stavolta davvero forte. Mi sono quindi diretto con tutta calma verso Skara Brae.

Arrivato, ho parcheggiato l’auto e mi sono buttato dentro al centro visitatori con il portatile in mano, l’ho aperto e ho iniziato a editare le prime foto del viaggio attendendo che la pioggia finisse. Mentre ero seduto al tavolo sono stato ingolosito dal piatto di formaggi misti delle Isole Orcadi… sapete leggo formaggio e io non capisco più niente ma quelli delle isole Orcadi ve li sconsiglio in assoluto, sembrano i formaggi che trovate sigillati in super sconto al Lidl…

skara brae orcadi

Dopo circa 1h e mezza, un piatto di formaggi e una birra ha smesso di piovere. Faccio il biglietto ed entro a Skara Brrae.

Questo è un il villaggio risalente al Neolotico, il più ben conservato d’Europa per la precisione, ed è considerato patrimonio dell’umanità per l’UNESCO. Frotte di appassionati ed esperti vengono da tutto il mondo per visitarlo.

Pensate che nel film “Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo” proprio il protagonista parla ai suoi studenti di questo sito archeologico.

Solo nel 1850 si è scoperto questo sito grazie a una mareggiata, fino ad allora per migliaia di anni le 10 case complete di mobilio furono protette da qualsiasi intemperia (un po’ come le Piramidi). Pensate, fa quasi sorridere che già nel Neolitico avessero un impianto di acque nere primordiale che permetteva di avere un piccolo bagno all’interno di ogni abitazione.

Proprio davanti al sito c’è una bellissima spiaggia di sassi e sabbia di un colore bianco incredibile: la baia di Skaill. Sedersi e chiudere gli occhi ascoltando il mare è qualcosa di davvero unico qui.

skara brae skaill orcadi

skara brae skaill orcadi

skara brae skaill orcadi

skara brae skaill orcadi

Con lo stesso biglietto durante il periodo estivo si può visitare anche la Skaill House. Io ovviamente l’ho fatto!

Questa è la casa più grande delle isole Orcadi. Costruita nel 1620 è sempre stata di proprietà di un Laird (una figura simile al proprietario terriero). All’interno l’arredamento ricorda una casa delle bambole con vecchie foto e dipinti con i reali d’Inghilterra, armi, arazzi, una pelle di tigre bianca, e altre cose che potete vedere dalle foto. La biblioteca è sicuramente la cosa più affascinante grazie al suo nascondiglio segreto. Costo Skara Brae + Skaill House: £7,50

skara brae skaill orcadi

skara brae skaill orcadi

skara brae skaill orcadi

Preso l’auto mi sono diretto verso nord. Aveva iniziato a tirare un vento davvero molto forte. Parcheggiato presso la Marwich Bay, in uno spiazzo al limitare di un recinto per mucche, la macchina aveva iniziato a dondolare per il vento. L’acqua del mare, visto la tempesta in arrivo, scendeva nel mio lunotto come se fosse pioggia.

Infilatomi il guscio antivento e antipioggia e messo la mantellina al mio zaino fotografico sono salito lungo il sentiero sul bordo della scogliera. Questa è stata probabilmente la salita più complicata, non tanto per la difficoltà (il terreno variava da un manto erboso molto sottile a delle rocce) ma per il vento che con il carico che avevo sulla schiena e il mio fisico non al 100% poteva facilmente sbilanciarmi e farmi quindi cadere per diverse decine di metri nell’Atlantico.

Lungo la salita ho incontrato centinaia di conigli che sgranocchiavano l’erba (momento dolcezza).

Arrivato in cima uno spettacolo incredibile mi si è aperto davanti: la scogliera a picco sul mare e in cima il Kitchener Memorial.

Questo è un monumento, a forma di torre a base quadrata, costruito a furor di popolo per ricordare Lord Kitchener e la nave HMS Hampshire che affondò nelle vicinanze con oltre 600 marinai a bordo nel 1916 per circostanze ancora ben da chiarire.

Kitchener Memorial orcadi

Kitchener Memorial orcadi

Kitchener Memorial orcadi

Sceso dalla scogliera erano ormai le 5 di pomeriggio, ho preso di corsa l’auto e mi sono diretto nell’estremo nord ovest dell’isola per ammirare il Brough of Birsay.

Attenzione se volete visitarlo scaricatevi il calendario delle maree perché questo è un isolotto disabitato ed è possibile raggiungerlo solamente con la bassa marea… oppure potete nuotare per 240 metri!

Grazie proprio a questo stratagemma i vichinghi la chiamavano “Fortezza” e infatti ci costruirono là un avamposto che ancora tutt’oggi potete visitare. Io poi sono salito per i 46 metri di dislivello per arrivare al faro posto sulla sommità, ogni tanto mi giravo per vedere che non salisse la marea e mi trovassi isolato fino alla mattina dopo.

brough of birsay orcadi

brough of birsay orcadiEssendo ormai le 19 mi sono diretto verso il nuovo paese che mi avrebbe ospitato per i prossimi 2 giorni: Stromness.

Non sapete che goduria guidare per 25 minuti nelle strade sinuose delle Isole Orcadi completamente deserte. Mi sembrava di tornare giovane quando giocavo a Colin Mc Rae Rally su Playstation 1.

Qui ad aspettarmi c’era una bella stanza confortevole al The Ferry Inn. Questo hotel, i cui proprietari sono gli stessi dell’hotel di Kirkwall è in stile marinaresco. Si trova proprio di fronte alla partenza dei traghetti per le isole del sud dell’arcipelago e la terraferma. Come livello direi che è di poco leggermente inferiore rispetto al The Shore ma il plus è che ha un bel pub nel piano terra (consiglio di prenotare qualche ora prima se volete trovare posto). Il parcheggio gratuito qui è un po’ distante (400/500 metri) perché la maggior parte sono a pagamento (ad eccezione dalle 18 alle 8). Prezzo £ 105

Per l’appunto dove mangiare… a Stromness non è così semplice (sempre che non vogliate mangiare dal cinese d’asporto), ci sono pochi locali e nessuno ti invoglia davvero ad eccezione di un certo Hamnavoe che però ha dei prezzi molto alti. Il Pub dell’albergo che alla fine mi pareva molto buono era sempre pieno e quindi per le 2 serate successive ho mangiato presso l’Hotel The Royal situato nella via centrale. La prima sera ho mangiato un bel filetto di manzo delle Isole Orcadi mentre il giorno seguente del salmone dell’Atlantico. Ottime porzioni con salse e diverse verdure, locale e servizio un po’ da rivedere. Un conto che si attestava dalle 15 alle 20 sterline quindi top!

the royal hoteò stromness cibo orcadi

Il giorno successivo finalmente il primo con un cielo azzurro incredibile, dopo la mia solita amata colazione scozzese ho fatto un giro lungo la strada principale di Stromness, scoprendo come è tranquillo e silenzioso questo borgo di pietra dove l’attività principale è la pesca.

stromness orcadi

stromness orcadi

Saltato in auto mi sono diretto a Yesnaby, a 15 minuti di strada da Stromness. Parcheggio a pochi metri da una scogliera imponente sopra a delle vecchie rotaie di una postazione antiaerea della 2° guerra mondiale. Tirato fuori il drone ho iniziato a sorvolare queste magnifiche scogliere, il loro colore arancione che divideva il verde dei prati erbosi con il blu dell’Oceano Atlantico era qualcosa di incredibile.

yesnaby orcadi

yesnaby orcadi

yesnaby orcadi

yesnaby orcadi

yesnaby orcadi

Rimesso lo zaino in spalla mi sono incamminato all’avventura lungo la costa incontrando splendidi paesaggi e posti dove sedersi e guardare le onde del mare infrangersi sulle scogliere e i gabbiani partire dal loro nido volando alti nel cielo. Sono poi giunto fino al Brough of Bigging, un faraglione davvero molto particolare. Incredibile come la natura crea certe meraviglie! Gratis

yesnaby orcadi

Da qui poi mi sono fatto 40 minuti di auto per arrivare dalla parte opposta di Mainland. Questa probabilmente è la zona meno frequentata dell’isola fatta campi e pascoli a vista d’occhio. Scendo dall’auto e pare quasi incredibile che manchi il mio amico vento: la costa est è quasi sempre riparata perché i venti vanno sempre dall’Atlantico al Mare del Nord.

A circa 100 metri dal parcheggio raggiungo il The Gloup, una grotta marina collassata che ha formato un’enorme voragine. In fondo un bagliore: la luce arrivava riflettendosi sulla superficie del mare. Gratis

The Gloup orcadi

Ho poi continuato il mio cammino lungo la costa arrivando al Brough of Derness, una penisola piccolissima con delle spiagge incantevoli che si può raggiungere solo attraverso un sentiero attrezzato sulla roccia. In cima si possono trovare dei resti di una cappella del X secolo. Gratis

Brough of Derness orcadi

Volevo poi procedere per arrivare alla Mull Head, l’estremità più a est dell’isola… non l’avessi mai fatto!

Mi sono incamminato di buona lena ma stava arrivando sera, decisi di desistere e, trovando un sentiero che pareva tagliasse fino al parcheggio, lo imboccai. Dopo qualche kilometro, vedendo che mi stava portando fuori strada decisi di entrare dentro un recinto e percorrere il restante percorso affidandomi al mio orientamento. Dove volevo arrivare era anche giusto, il problema è che ero entrato in una riserva naturale fatta di acquitrini e avendo delle scarpe da ginnastica quel giorno le inzuppai tutte… ma la cosa più incredibile fu quando dovetti scavalcare per 3 volte del filo spinato. Non so come ci riuscì ma dovetti buttare i miei jeans, tutti bucherellati nelle parti basse (tranquilli i gioielli di famiglia non sono stati toccati) a fine serata!!! Si conclude così un altro giorno nelle Isole Orcadi, quello dopo sarebbe stato purtroppo l’ultimo.

mull head orcadi

mull head orcadi

La mattina sveglia più presto del solito, mi aspettava il piccolo traghetto che portava all’isola più selvaggia dell’arcipelago: Hoy! Da Stromness a Moaness ci vogliono circa 30 minuti di navigazione, ci sono solo 2 corse al giorno, una la mattina e una al pomeriggio. Se perdi una delle due puoi scordarti una giornata là! Costo per un a/r si aggira sulle £ 8 (dipende dalla stagione)

stromness orcadi

stromness orcadi

hoy orcadi

Arrivato a Moaness mi accorgo che c’è solo una banchina in cemento armato e poco più, è proprio vero che Hoy è l’isola più wild tra tutte! Qui trovo ad aspettarmi Mr. Albert Clarke che guida un furgoncino IVECO blu e porta per la modica cifra di £ 3 a Rackwich passando per una suggestiva e inospitale vallata.

Sceso dal furgoncino insieme ai miei improvvisati compagni di viaggio mi ritrovo sopra la Rackwich Bay da dove parto con passo sicuro lungo un semplice sentiero che segue le alte scogliere.

Arrivo, dopo circa 1.20h di cammino, a uno dei posti più fotografati delle Isole Orcadi: l’Old Man of Hoy. Il faraglione, tra i più alti d’Europa (137 metri), si erge a sfidare i venti e le onde dell’oceano in mezzo a un panorama aspro con delle scogliere al suo fianco davvero imponenti, dietro un piccolo altopiano con un acquitrino e un monte che pare sia il più alto di tutto l’arcipelago. RIMANGO A BOCCA APERTA!

hoy orcadi

hoy orcadi old man of hoy

hoy orcadi old man of hoy

hoy orcadi old man of hoy

old man of hoy orcadi hoy

hoy orcadi old man of hoy
Occhiaie per la stanchezza o per gli antibiotici? Io direi entrambi

Faccio 10.000 foto da qualsiasi angolazione ma il vento è troppo forte per il drone. Me ne sto ad ammirare questo paesaggio incredibile in silenzio… Mangio un panino, riprendo il mio zaino e me ne torno verso la Rackwich Bay.

Arrivato nel piccolo abitato di Rackwick mi metto a fotografare le famose case tradizionali delle Orcadi che hanno come loro tipicità il tetto in pietra e sopra l’erba. Salgo sulla montagnola creata da antichi ghiacciai e arrivo nella bellissima spiaggia di sassi. Mi distendo e mi addormento per un’oretta accompagnato dal vento e dal rumore delle onde che si adagiano sulla battigia.

rackwick orcadi hoy

rackwick orcadi hoy

rackwick orcadi hoy

rackwich bay hoy orcadi

Sono le 17 e Mr. Albert viene a riprendere tutte le persone con il suo pulmino (altre £ 3), durante il tragitto con il suo accento delle isole (che capivo molto meglio rispetto allo scozzese) ci racconta della reintroduzione delle aquile di mare dopo la loro estinzioni molti decenni fa.

Se si vuole si può tornare a piedi attraverso un percorso di circa 9 km all’interno di un parco naturale.

Ho da aspettare 1h prima di prendere il battello del ritorno, mi fermo nell’unico locale di Moaness e ordino 1 panino e una bella birra dell’Orkeny Brewery… io prendo una IPA ed è davvero eccezionale, se siete appassionati ordinatela in internet!

Mentre mi dirigo alla banchina una coppia di foche si mette a giocare a nascondino davanti a me e tutti incantanti ci mettiamo a guardarle.

Salgo sul vaporetto e mi metto ad ammirare il paesaggio che mi scorre davanti… i monti, il mare, le baie, degli uccelli che volano rasenti l’acqua, le postazioni militari abbandonate, le farm, le barche, le scogliere alte decine di metri… e il vento che in questi giorni mi ha sempre tenuto compagnia, ormai come un amico inseparabile in questa mia avventura solitaria.

Sorrido, faccio gli ultimi scatti con una luce dorata incredibile.

birra orkney brewery

traghetto hoy orcadi

hoy orcadi

 

orcadi hoy mainland portrait

hoy orcadi

stromness orcadi

Sono arrivato, salgo in auto e mi dirigo di nuovo a Kirkwall, il giorno dopo avrei avuto l’aereo alle 6 di mattina.

Esco alle 4.50 dall’albergo, 10 minuti di strada, lascio le chiavi dell’auto sul cruscotto dell’auto a nolo (qui non esiste criminalità) e prendo il mio aereo.

Dall’alto riconoscevo ogni singolo luogo e già mi stavano tornando a mente i ricordi dei giorni precedenti. Già un po’ di malinconia mi assaliva… ma ero sicuro che appena sceso ad Edimburgo un’altra avventura mi aspettava… curiosi? Lo scoprirete prossimamente!

Spero vi sia piaciuto leggere della mia avventura nelle Isole Orcadi e se mai foste interessati ad approfondire vi consiglio di visitare il sito ufficiale Visit Orkney

Ah se volete ricordatevi di seguirmi sul mio profilo Instagram e la mia pagina di Facebook!

6 commenti

  1. Magnifico !
    Grazie per le bellissime immagini e le descrizioni di queste isole che metterò sulla mia lista dei posti da visitare…

    1. Sicuramente non te ne pentirai! Un posto unico che mi ha davvero catturato.
      In queste vacanze uscirà un articolo su un’altra parte della Scozia!

  2. Ho la Scozia nel cuore da anni. Visitata più volte, ma le Orcadi mi mancano e sicuramente il tuo racconto ha contribuito ancor di più ad acuire il mio desiderio di visitarle.

    Grazie

  3. Sono partito con la mia fidanzata ..da Ancona con l’ auto fermato a Parigi ripartito e passato in Inghilterra …girato a destra ….lungo costa
    Flamborug head.
    Dove Capt J.p.jones aveva combattuto 23091779…ho seguito sempre più a nord costa ….fino a notare da lontano questa isola .
    Lasciato auto preso barca x fare giro isola
    visitato dove si è auto affondata flotta germanica …passato x la distilleria più a nord del mondo.
    Tornato x riprendere auto parcheggio …un tramonto che non finiva più ….,erano le ore 23….ancora luce
    Faccio x ripartire ..la mia donna apre di scatto la porta e con un scatto scende
    apre la mia porta mi tira fuori …..ricordo “…un abbraccio stretto stretto stretto stretto
    stretto stretto stretto stret stre str…💋..ora non ci sei più ma ti tengo tatuata x sempre
    nel mio
    “❤️” ….”
    Ciao 🌸Roberta🌸

    ….

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