Tutti hanno ancora in mente la terra che tremò nel Centro Italia nel 2016. La scossa venne percepita fino in provincia di Bolzano.
Le immagini ai TG, i giorni successivi, furono devastanti e fecero il giro del mondo. Oltre 300 morti e più di 65.000 sfollati. Un patrimonio artistico decimato. Le aziende completamente distrutte. Un’area in ginocchio.
Io, a 2 anni di distanza, sono andato a vedere la situazione a Norcia, uno dei paesi più colpiti.
COME ARRIVARE A NORCIA
A Norcia si può arrivare solo in auto o bus (una volta c’era una ferrovia da Spoleto ma è stata dismessa nel 1968).
Da Nord si può arrivare da Firenze o Cesena con direzione Perugia e poi a Spoleto seguire per indicazioni Norcia.
Per chi proviene dal versane Adriatico si può passare per l’Altopiano di Castelluccio (strada chiusa la notte perchè la superstrada da Ascoli è ancora in restauro post terremoto).
Per chi proviene dal sud consigliata l’uscita dell’A1 presso Orte e poi direzione Spoleto e Norcia.
DOVE DORMIRE, DOVE MANGIARE A NORCIA
Norcia ieri, ancor più di oggi, vive molto di turismo oltre che del settore primario. Federico Bianconi, famoso gestore del luogo, mi ha raccontato che prima del sisma c’erano 3.000 posti letto, ora ne son rimasti solo un decimo. Tra questi il Relais & Chateau Palazzo Seneca, uno degli edifici più antichi della città. Il fascino delle sue camere, il ristorante stellato Vespasia dello chef Valentino Palmisano (famoso per il suo piatto di spaghetti al pomodoro trasparente) e il centro benessere fanno di questo posto un hotel da sogno.
Per chi invece vuole mangiare cose più tradizionali e spendere meno consiglio il ristorante Granaro del Monte, situato poco fuori le mura in un edificio moderno e spazioso.






IL RACCONTO
Ho trovato un paese con ancora tante ferite aperte. Le zone rosse (dove ancora non si può accedere) sono ovunque. Interi edifici e strade sono chiuse e arrivando in piena notte, senza nessuno in giro, ho rischiato di perdermi in un labirinto creatosi dalle numerose strade bloccate.
Norcia è un paese circondato da una cinta muraria; è sempre stata una cittadina viva, con una storia che parte ancora dagli antichi Romani. Negli antichi archivi della città si scopre che i terremoti sono stati molti e tutti hanno segnato la fine di un’epoca.
Piazza Duomo era il centro di tutta la vita cittadina, ora è il simbolo della catastrofe che si è abbattuta nell’area: la famosa Basilica di San Benedetto ormai ha solo la facciata in piedi ed è sorretta da tantissime impalcature, il Palazzo Comunale, con la sua torre, è ancora in piedi ma pieno di crepe e chiuso al pubblico. Al centro della piazza la statua di San Benedetto… un locale mi racconta che, da quando è stata eretta, a Norcia non ci sono stati più morti per terremoto nella città.



Incamminandosi tra le vie si incontrano negozi sprangati con dei cartelli che segnalano che l’attività si è spostata all’esterno, fuori dalle mura, in piccole casette di legno. La tenacia di non voler mollare le proprie radici è davvero tanta anche se questo vuol dire fare sacrifici. Sono davvero pochi i negozi ancora aperti in centro ma pure le case sono sprangate, a volte addirittura le vie sono transennate.



Allontanandosi dal centro si rimane soli… un susseguirsi di edifici abitati e abbandonati in un silenzio che pare surreale. Palazzi rinascimentali e chiese sono quasi tutti sbarrati. Che triste pensare a tutto quel patrimonio artistico andato distrutto.



Ritornando verso la via principale, che collega Piazza Duomo a Porta Romana, la vita torna ad animarsi. Gruppi di turisti ascoltano diligentemente le guide… però appena giungono alla famosa norcineria Brancaleone da Norcia, attiva sul territorio addirittura dal 1200, scoppia il caos generale con le donne più anziane che tirano fuori il loro animo battagliero per fare a gare di chi acquista di più.
In teoria una norcineria dovrebbe vendere, secondo tradizione, solo carne di suino ma qui si possono trovare tutti i prodotti più classici del territorio. Ammetto di aver dato fondo anche io al portafoglio tra il Prosciutto di Norcia IGP, il pecorino, i coglioni di mulo, il salame di cinghiale e ovviamente del tartufo! Jonathan, un dipendente dell’attività, è stato gentilissimo e super disponibile raccontandomi un po’ la storia e come mangiare al meglio queste prelibatezze.


Il comune di Norcia, oltre al cibo, è sempre stato famoso per un’altra cosa: la fioritura a Castelluccio. Sopra all’altopiano che domina tutta la valle infatti ogni estate si crea un tappetto multicolore che attrae turisti da tutto il mondo per ammirare questo spettacolo.
La strada per arrivare in cima a circa 1.300 metri di altezza è disseminata di cantieri (quasi arrivati al termine) ancora dopo 2 anni dal terremoto. Da Norcia centro sono circa 40 minuti di strada a zig zag su per la montagna. Nel 2017 la fioritura fu davvero limitata per la difficoltà di raggiungere il luogo per via della situazione del manto stradale dei 3 accessi all’altopiano.
Appena si giunge al limitare dell’altipiano si rimane meravigliati dallo spettacolo che si pone davanti agli occhi. Mille colori, che cambiano di settimana in settimana, dovuti ai campi coltivati (soprattutto di lenticchie), sullo sfondo in cima a un colle Castelluccio e una strada completamente dritta, stile America, che taglia il paesaggio.



Con il sisma, il centro di Castelluccio è stato interdetto perchè subì davvero gravi danni strutturali. Ad oggi è chiuso e controllato dai militari di stanza. I lavori di demolizione sono iniziati e stanno già sorgendo piccoli edifici moderni a sostituzione di quelli storici. I pochi, stoici abitanti rimasti condividono lo spazio dell’unica via percorribile con banchi dove vendono i loro prodotti. Sono ancora attivi dei piccoli b&b e un ristorantino.



Una cosa per mi ha lasciato un po’ interdetto, un cartello per la precisione, diceva più o meno così: “Non vogliamo i vostri selfie, aiutate le aziende terremotate”.
Questa frase la ritengo piena di arroganza e ignoranza. Gli abitanti devono capire che i social media sono un ottimo strumento di pubblicità GRATUITA. Le persone non vengono là perchè c’è stato il terremoto ma per la bellezza del territorio in tutte le sue mille sfaccettature. Ogni selfie, foto, post, video è qualcosa che può fare il giro del mondo e far conoscere il fascino dell’area. Se magari quella persona viene e non compra nulla pazienza ma altre 10 sicuramente l’avranno fatto… ma perchè viene messo il cuore e il sacrificio in quei prodotti che risultano quindi ancora più buoni a noi poveri turisti!
Per gli appassionati di trekking consiglio l’escursione (tosta) al lago di Pilato. Per chi invece non ha molto tempo, in poco meno di 2 ore, partendo da Forca di Presta (il lato di accesso marchigiano ai Piani di Castelluccio), può arrivare a un belvedere fantastico comminando in un bel sali scendi per circa 5km. Consiglio di parcheggiare presso il Rifugio degli Alpini, una delle tante strutture CAI abbandonate nel 2016 per problemi strutturali.

Tornando a Norcia questo paese può essere un ottimo punto di partenza anche per girare tutta l’Umbria perchè si hanno in 1h di auto tutte le città più belle: da Perugia a Orvieto, da Spoleto a Foligno passando per Spello.
Sicuramente è un posto da scoprire. Io ci sono stato solo un weekend ma credo che almeno 4 giorni siano d’obbligo per scoprire quest’area dell’Umbbia. Periodo consigliato? Beh inizio luglio per la fioritura a Castelluccio ma credo che l’autunno inoltrato e la primavera in queste zone creino un’atmosfera ancora più surreale.
A presto con la mia prossima scoperta!