Cornovaglia: il suo nome ancora prima di partire mi fa pensare a una grande penisola verde colpita da forti venti che soffiano dall’oceano Atlantico sulle sue irte coste che fanno sognare. Che dite? Un’ottima meta per un road trip no?

Come arrivare in Cornovaglia
Aeroporti internazionali in Cornovaglia non esistono quindi, quello più vicino, è sicuramente a Bristol. Dall’Italia è ben servito da tante compagnie low cost con biglietti davvero molto economici nell’arco di tutto l’anno (ottima notizia no?!). Da qui, prendendo a noleggio una delle tante auto, si giunge in circa 2 ore mezza in Cornovaglia passando per la regione del Devon.
Ricordo che la guida nel Regno Unito è a destra, ma non disperatevi, adattarsi è molto semplice: dopo il primo giorno dove avrete la tensione a mille poi andrà tutto per il meglio. Attenzione inoltre che qui si misura tutto in miglia (circa 1,6km) ma solitamente i tachimetri delle auto a noleggio hanno entrambe le unità di misura.
Per chi volesse si può anche fare una triangolazione aerea e atterrare direttamente in Cornovaglia all’aeroporto locale di Newquay oppure arrivare in circa 4 ore e mezza in auto da Londra.
Bene, abbiamo preso l’auto, andiamo a scoprire questa Cornovaglia?
DAY 1 – il senso di libertà
Impostiamo nel nostro GPS come destinazione Bedruthan Steps… lungo la strada morbide colline verdi si susseguono senza fine. Ci si ritrova a parcheggiare nel mezzo del nulla, delle mucche alzano la testa al nostro passaggio. Attenzione che tutti i parcheggi delle attrazioni sono controllati dal National Trust e di media si paga tra le 2/3 sterline per qualche ora.
Seguiamo per qualche centinaio di metri un sentiero in terra battuta… ragazzi non si può che rimanere a bocca aperta! Ci si ritrova su una scogliera a picco sull’Oceano, il rombo delle onde arriva fino a qua in alto e gli occhi sono estasiati.
I Bedruthan Steps sono degli scogli adagiati in fila lungo una bellissima spiaggia sabbiosa… si dice che siano stati lanciati da un gigante, Bedruthan appunto. Proseguendo lungo le scogliere troviamo una scala in cemento molto stretta, che dite scendiamo? Ci ritroviamo proprio nella spiaggia dove sono adagiati questi scogli, una di queste è “Samaritan” che prende il nome da una nave che affondò nel XVII proprio contro di esso.
Ritorniamo alla macchina per percorrere la costa verso nord per circa 20 minuti, a livello di distanza non è molto ma dovete sapere in Cornovaglia le strade sono strettissime (anche più della Scozia) e molto, molto tortuose.
Giungiamo al Trevose Head Lighthouse, un faro del 1847 che si erge solitario in mezzo al verde a strapiombo sul mare. Qui cerchiamo il posto dove il faro fa più scena, ossia nella piccola penisola alla sua sinistra. Ci appostiamo, sediamo e aspettiamo il tramonto…
Lo spettacolo è incredibile e quindi decido di aspettare anche la sera con le sue stelle… purtroppo non faccio i conti con il meteo e dopo poco mi ritrovo tra le scogliere a correre al buio sotto una piccola tempesta… molto divertente ma avrei preferito non succedesse!!!

Trevose Head Lighthouse vista aerea


Ormai è notte, quindi ci dirigiamo verso il nostro hotel, il Bedruthan Hotel & Spa. Posso solo dirvi che è eccezionale. Situato su una collina, con una classica architettura a gradoni, scende piano dopo piano verso una baia contornata da 2 meravigliose scogliere. Il resort, perfetto per le famiglie, ha 2 ristoranti, una spa, una piscina coperta con bar. Il mio unico consiglio? Prendete una stanza con vista verso la spiaggia. Non ve ne pentirete.

DAY 2 – Cornovaglia mon amour
Partiamo di buona lena facendo circa 21 miglia, ovviamente verso sud ovest. Parcheggiamo in mezzo al nulla…
Sapevate che prima dell’arrivo del turismo la Cornovaglia era la miniera dell’impero britannico? La costa oggi è tappezzata di miniere abbandonate. La miniera di stagno Wheal Coates è probabilmente la più famosa del Mining Trail, il percorso lungo la costa alla scoperta delle miniere.
Il motivo? Beh si dice che sia infestata dai fantasmi. Da una grata che porta fino a un tunnel dove lavoravano i minatori si sente come bisbigliare… Probabilmente però è solo il rumore del mare che ruggisce entrando nella grotta sottostante.
Percorriamo ancora un po’ di miglia e giungiamo alla grandissima baia di St. Ives. Parcheggiamo nella sua parte più a nord e ci incamminiamo verso il faro di Godvrey.
Questo faro si erge su un isolotto che delimita la baia e segnala degli scogli che furono fatali per molte navi. Pensate che con la sua bellezza ispirò la scrittrice Virgina Wolff per la stesura di uno dei suoi romanzi. Io mi sono seduto davanti a esso e, anche se il vento era molto forte, sono stato a guardarlo una bella mezz’ora.
Ultima tappa della giornata è St. Ives, un paese che difficilmente non ce ne se innamora. Consiglio di parcheggiare nella parte alta perché, anche se ci sono parcheggi anche vicino al porto, si dovrebbe guidare nelle strade della città che sono davvero molto anguste.
La prima cosa che si nota è che ci sono persone che girano per la città con il surf in mano… il motivo è semplice, questo è uno dei posti più amati al mondo da tutti i surfer.
St. Ives è probabilmente la città più turistica e graziosa della Cornovaglia, o almeno io la penso così. La parte più bella è costruita su una piccola penisola, da un lato il porto vecchio mentre dall’altro la spiaggia dei surfer e la Cappella di St. Nicholas che domina tutta la baia.
Partiamo proprio da questa che si raggiunge salendo su un piccolo promontorio, è la più piccola chiesa della zona ed è stata eretta nel XIV secolo per proteggere i bambini ma soprattutto i marinai. Da qui avete un colpo d’occhio incredibile perché nel raggio di 500m non avete nessun edificio e in più siete rialzati, si riesce addirittura a vedere, dalla parte opposta della baia, il faro di Godvrey!
Scendiamo dalla collina e iniziamo ad addentrarci nella cittadina, non stupitevi se vedete in giro persone in costume con il surf sotto braccio. Questa è una delle mete più ambite a livello mondiale da questi sportivi.
Il centro è il classico villaggio inglese di pescatori, la cosa che colpisce però è che questo negli anni è diventato meta di artisti di tutti i tipi e infatti non farete fatica a trovare anche diverse gallerie d’arte (c’è pure una sezione staccata della TaTe) e negozietti particolari.
Arrivati al porto non si possono notare ovviamente le barche che, a seconda della marea, si adagiano nella soffice sabbia dove i bambini sguazzano felici giocando con l’acqua. Alzando leggermente lo sguardo non si possono non notare schiere e schiere di palazzi vittoriani che donano un po’ di eleganza al luogo.
Ovviamente qui è d’obbligo provare la Cornish Pastry, una specie di calzone di pasta sfoglia ripieno di cose salate tipico della Cornovaglia. Il mio se l’è sbaffato per metà un gabbiano perché, mentre lo fotografavo, me l’ha strappato di mano in volo. Esilarante si… tranne che per me perché era la mia cena!

Riprendiamo la macchina e dirigiamoci verso Penzance, l’hotel in cui stiamo per fare check-in sarà uno dei più belli in cui siete mai stati.
Parcheggiamo vicino al porto e dirigiamoci verso la chiesa, dalla parte opposta della strada, all’altezza dell’abside, c’è una casa in stile georgiano…bussiamo. Benvenuti al boutique hotel Chapel House.
Questa struttura è dotata di solo 6 stanze matrimoniali. Al piano terra troverete le stanze comuni, al primo piano le stanze da camere in stile prettamente inglese e all’ultimo quelle più moderne. Ho scelto quelle all’ultimo piano, il motivo è semplice…. Una vista meravigliosa sul porto della città, la vasca direttamente in camera e il soffitto travato. Ogni stanza è fornita di wifi, un tablet, un binocolo e tutto il necessario per il thè. I letti sono artigianali e in legno di quercia e tutti i bagni hanno la doccia a cascata.
La colazione si fa nel piano interrato dove lo staff ce la prepara, nella cucina a vista, al momento con prodotti a km 0.

DAY 3 – La fine della Terra
Prendiamo l’auto, oggi ci dirigiamo verso la punta estrema della Cornovaglia: Land’s End. È solo a 20min da Penzance, in questo posto la mano del marketing ci è andata giù pesante già da diversi decenni. Prima di tutto parcheggiamo e 6£ già se ne vanno.
È il punto più a sud ovest della Gran Bretagna, è a 1400 km da John o’ Groats (si esatto da dove partono i traghetti per le Isole Orcadi di cui vi ho parlato qui), il punto più a nord est del paese.
Nel 1987 il miliardario Peter de Savary acquistò per 7 milioni di sterline Land’s End e costruì, come a John o’ Groats, un parco a tema con annesso hotel.
Andiamo a camminare sulla scogliera, proprio sul punto più a sud ovest. Il vento è fortissimo e leggiamo un cartello: “Se vedi le isole Scillly sta per piovere, se non le vedi sta piovendo“. Infatti era proprio così, non le vedevo e piovigginava lentamente. Da qui si può ammirare il faro Longship, il primo del canale della Manica dalla parte inglese. Esteticamente non è bellissimo ma l’effetto che fanno le onde quando si infrangono sugli scogli crea un’atmosfera adrenalinica.
Lungo la scogliera c’è pure la prima e ultima casa d’Inghilterra. Si, si chiama proprio così. Probabilmente in passato lo era, oggi è un negozio di souvenir.
Ma insomma merita una visita questo Land’s End? Si dai, non è un posto super suggestivo ma è il pensiero e quello che vedi che ti emoziona.
Riprendiamo l’auto facendo pochi minuti seduti all’interno dell’abitacolo, ci aspetta il teatro all’aperto più famoso della Gran Bretagna. Dal 1931 al 1983 fu costruito un teatro in stile classico in una scogliera a picco sul mare: il Minack Theatre.
Questo posto da sogno nacque dall’idea di Rowena Cade, una umile popolana del luogo con la passione del teatro. Trasformò il suo giardino e in due anni andò in atto la prima opera. Oggi è uno dei teatri inglesi in cui molti attori, vogliono almeno una volta nella vita, recitare.
Ora rilassatevi e riprendete la macchina, abbiamo un’ora di percorso tra le strade della Cornovaglia. Arriviamo al Marconi Centre, un luogo in cui io, come italiano, mi sento davvero fiero. Purtroppo il centro vero e proprio è chiuso (fate molto attenzione agli orari controllando sul sito). Camminiamo nel prato dove si fece la storia… ci sono ancora i plinti delle antenne, solo ad immaginare quel giorno mi vengono i brividi. Ah non ve lo ricordate? Nel 1901 Guglielmo Marconi fece la prima trasmissione via radio che attraversava l’Atlantico. Per commemorare l’evento c’è una grossa colonna in pietra a picco sul mare.

Ora torniamo un po’ indietro e raggiungiamo Marazon per goderci un tramonto da favola. Vi ricordate il mio viaggio in Normandia dove esplorai Mont Saint Michel? Beh anche se non ve lo ricordate vi voglio dire una cosa: sapete che proprio dalla parte opposta della Manica, in Cornovaglia, esiste il suo fratello minore? Ebbene si, benvenuti a Saint Micheal’s Mount.
Come in Francia qui in Cornovaglia puoi raggiungere l’isola solo tramite una strada che compare con la bassa marea. Mentre a Mont Saint Michel è stato costruito un ponte che permette di arrivare con qualsiasi situazione qui invece è come in passato… il mio consiglio è di controllare il bollettino maree e stare attenti quando si è nell’isola per non rimanere bloccati la sera. Durante il giorno comunque c’è pure un traghetto che fa da spola.
Purtroppo la marea con me non è stata clemente quindi ho potuto guardare la bellezza di Saint Micheal’s Mount solo dalla spiaggia di Marazon. Anche da distante comunque si vede la sua bellezza con il suo piccolo borgo con un porticciolo antico e in cima a svettare la sua fortezza (prima monastero benedettino) che ricorda molto una austera villa inglese.


Arrivata la sera dirigiamoci all’hotel del giorno, è davvero a 5 minuti a Marazon: il Mount Haven hotel & restaurant.
Appena entrati nella spaziosa camera correrete verso la terrazza perché la vista merita davvero. L’hotel è affacciato sulla costa e gode di una vista incredibile sulla baia dove al centro ovviamente c’è il Saint Micheal’s Mount. L’hotel dispone anche di un ristorante elegante e dal design moderno con una cucina tipica e una terrazza bar dove poter godere della vista incredibile sulla baia.



DAY 4 – Verso nord
È tempo di tornare piano piano verso nord… ci aspettano alcune ore di auto ma vogliamo buttare via così la giornata? Facciamo altre due fermate!
La prima meta è la St. Anthony’s Head, nel mezzo di una riserva naturale è una delle due estremità del Falmouth Harbour, uno dei porti naturali più grandi al mondo. Per arrivare ci vuole circa 1.15 da Marazon.
Qui è presente una serie di fortini costruiti alla fine del 1800, una vera e propria linea difensiva per il porto, e il faro di St. Anthony.
Purtroppo per me questo posto mi ricorda una brutta cosa: mentre stavo facendo dei video un fortissimo rinforzo del vento mi ha portato via il drone. Disperato per almeno 2h ho cercato di raggiungerlo ma 300 metri di rovi lo separavano da me. Questo è il motivo per cui non ho materiali per mostrarvi questo bellissimo posto. Il lato positivo è che i drone oggi si gode una splendida vista quando sorge il sole.


Riprendiamo l’auto e percorriamo le ultime strette strade della Cornovaglia, ancora 1.15h di auto per giungere in uno dei borghi più particolari del paese: Boscastle.
Il paese si sviluppa lungo uno stretto fiordo che sfocia nell’Oceano Atlantico. Il vento qui incanalandosi è fortissimo, si fa fatica pure a camminare. Nel 2004 il paese fu vittima di una violenta alluvione e solo da pochi anni il paese è tornato al suo splendore. Le case dei pescatori sono diventate negozi di souvenir, B&B, ristoranti. Ma c’è una cosa molto particolare, il Museum of Witchcraft ossia la più grande collezione del mondo oscuro al mondo.
Esploriamo la costa attorno al paese, arriviamo fino all’estremità del fiordo. La scogliera è altissima e il sentiero è proprio al suo limitare, bisogna quindi stare molto attenti a non cadere. L’oceano è davvero mosso e la luce del tramonto lo rende completamente bianco. Uno spettacolo incredibile!


Riprendiamo la macchina e in 10 minuti raggiungiamo il The Old Rectory, il nostro B&B a 5 stelle per stanotte. Immerso nelle verdi colline della Cornovaglia è un’antica casa del 1846 convertita nel 2000 in struttura turistica. Tutte le suite sono in stile vittoriano ma la cosa che colpisce di più è il giardino di tre acri protetto da delle antiche mura in pietra. Proprio queste permettono un micro clima al loro interno che ha dell’incredibile: si possono trovare piante come tulipani, kiwi, palme e tante altre… un tripudio di colori! Il tutto curato solamente dalla coppia di vecchi proprietari. Ah la colazione è fatta tutta con prodotti da loro coltivati… in quanti posti riuscireste mai a trovare uova e verdure appena colte?!
Un’ultima cosa: qui visse per un po’ di tempo Thomas Hardy, uno degli scrittori più importanti della Gran Bretagna… se andate al cimitero di Londra lo troverete sepolto accanto a Charles Dickens!
DAY 5 – Il ritorno
È ora di tornare a casa, l’aereo ci aspetta all’aeroporto di Bristol ma… abbiamo un po’ di tempo, facciamo un’ultima tappa? Il tempo oggi ci è avverso, è arrivata la classica pioggerellina inglese, fine e insistente. Facciamo un’ora di auto, verso nord, per raggiungere l’Hartland Point, stavolta siamo nella regione del Devon. Sulla punta c’è un bellissimo faro che però non è raggiungibile visto che la strada ha sempre avuto problemi dovuti a dei crolli. Oggi il faro è disabitato ma si sta pensando di trasformarlo in piccoli cottage di lusso. Questa zona è stata teatro di tantissimi disastri nautici, infatti dalla costa si possono vedere ancora resti di una nave mercantile di qualche decennio fa.
Finiamo così il nostro viaggio, uscendo dalle strette strade e tornando nella Highway che in 2.30h ci porterà a Bristol. Ricordate di fare il pieno all’auto prima di restituirla e montate nel vostro aereo.
La Cornovaglia è un paese dove il verde delle sue colline e il blu dell’Oceano dominano, ma la cosa che non può non essere ricordata è il suo vento che dà un senso di libertà davvero incredibile…che raramente avevo sentito!
Se amate i piccoli borghi di pescatori, il trekking, il surf, la storia, il turismo non di massa… beh la Cornovaglia è il posto perfetto per voi.
A fine vacanza vi sentirete rigenerati e desiderosi di tornarci quanto prima…magari stavolta rilassandovi più giorni in uno di quegli hotel che avete scoperto qui.
Maggiori informazioni le trovate nel sito dell’ente del turismo della Gran Bretagna e, se volete conoscere, nelle mie stories in evidenza sul mio profilo Instagram

Ciao Federico,
ho letto la tua recensione con molto interesse, mi é piaciuta.
Una domanda ma anche un consiglio: volendo scegliere di soggiornare nello stesso posto senza cambiare hotel tutti i giorni, quale é secondo te il paesino più comodo per raggiungere gran parte dei posti da visitare in Cornovaglia ?
Grazie in anticipo.
Ennio.
Ciao Ennio, ti consiglierei St. Ives però per tornare indietro l’ultimi giorno avresti più strada… oppure attorno a Newquay che è proprio a metà di tutto!